L'EDITING, QUESTO SCONOSCIUTO
- Laura
- 30 mar 2015
- Tempo di lettura: 3 min

Sempre più, ascoltando in giro, mi accorgo che c’è una grossa confusione riguardo all’editing, vediamo se riusciamo a dissipare insieme qualche dubbio.
1. COME SI SVOLGE IL LAVORO DI EDITING?
Il lavoro di editing può essere svolto su tanti livelli, a seconda del testo. Può lavorare sulla trama, sui personaggi, sull'equilibrio tra le varie parti narrative, sullo stile. L'editor legge attentamente il testo, con l’occhio critico di un professionista, e individua i suoi punti deboli. Se avverte che la trama in un dato punto è tirata un po' in fretta parla con l'autore, gli spiega, gli chiede di scrivere una nuova scena, di soffermarsi maggiormente su un particolare, di motivare la scelta di un personaggio. Oppure può suggerire di posticipare un'informazione per creare suspence. O si rende conto che un personaggio non sfrutta a pieno le sue potenzialità e dà all'autore degli input perché possa concepirlo meglio, dargli più spessore. Oppure sente che usando parole diverse un certo periodo potrebbe acquisire un'espressività maggiore. L'editor non riscrive, ragiona con l'autore e fa in modo che lui riscriva, tornando sulla questione anche più volte, se ce n'è bisogno. L'editor è una guida che indica all'autore la strada che deve percorrere per arrivare dove lui stesso si prefigge. Quando si scrive si è inevitabilmente concentrati su se stessi, su ciò che si vuole esprimere, sulla propria immaginazione. L'editor è un lettore critico e osserva come le intenzioni dell'autore arrivano al lettore, se la comunicazione funziona, se c'è un modo per renderla più efficiente.
2. MA NON LO POSSO FARE DA SOLO?
Fino a un certo livello sì, ci puoi anche riuscire. Anzi, è auspicabile che tu ci provi. Da solo puoi eliminare i refusi, smussare alcuni spigoli, ma molto difficilmente riuscirai a lavorare a un livello più profondo, perché ci sei troppo dentro, perché sei coinvolto in quello che hai scritto, e in come l’hai scritto, e sei affezionato alle tue parole. Perché sdoppiarti in due ruoli, quello di chi scrive e di chi legge, è troppo difficile.
3. MA L'EDITING NON LO FA LA CASA EDITRICE?
Beh, perché sia una casa editrice a svolgere l'editing il libro deve prima venire accettato da una casa editrice. Le case editrici ricevono giornalmente decine di dattiloscritti e la scrematura è tanta. Il personale addetto all'editing è sempre meno, perché il settore è in forte crisi, e spesso si accettano solo quegli scritti che arrivano in redazione con una struttura e uno stile abbastanza "solidi". Questo perché un lavoro profondo di editing è un lavoro di mesi e mesi, e ha un notevole costo in termini di forza lavoro. Il libro deve essere davvero una bomba perché l'editore pensi che ne valga la pena. Un manoscritto che abbia una forma ben definita ha sicuramente più possibilità di essere preso in considerazione.
4. SE IL LIBRO ME L'AUTOPUBBLICO, L'EDITING A CHE MI SERVE?
Il self publishing è una grande possibilità per gli autori, ed è molto allettante perché con l’avvento degli ebook tutti possono pubblicare un libro senza passare per la scrematura degli editori e, in teoria, possono farlo a costo zero. Ma avete presente quanti libri vengono autopubblicati ogni giorno? Come farsi notare? Non c’è operazione di marketing che tenga se non c’è alla base la qualità. Lanciarsi nel mercato con un libro poco curato è tagliarsi le gambe per sempre.
5. DOPO L'EDITING IL MIO LIBRO SARÀ ANCORA IL MIO LIBRO?
Sì, l’editor non riscrive il tuo lavoro, non stravolge il tuo stile. Si confronta con te, ragiona insieme a te su possibili soluzioni alternative, ti guida per dare maggiore espressività al tuo testo. Ma il libro è e rimarrà sempre il tuo libro.
6. I CAMBIAMENTI MI SARANNO SUGGERITI O IMPOSTI?
Distinguiamo. Se l’editor è un editor freelance, se il libro è ancora in mano a te, sarà sempre e solo tua la scelta. Il caso in cui l’editor è pagato dalla casa editrice che intende pubblicare il tuo libro è un po’ diverso, perché per la casa editrice la pubblicazione è un investimento, e potrebbe valutare che non ne valga la pena senza determinate modifiche.
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